Bellissima intervista ad Andrea Camilleri sull’espresso di qualche giorno fa.
Partendo dall’ attuale condizione di cecità, che non gli permette di vivere e scrivere come prima, ma fortunatamente non limita la sua mente, lo scrittore risponde ad alcune domande che spaziano dalle ultime opere alla situazione attuale del nostro paese.
Parlando della vecchiaia, Camilleri dice: “È il procedimento con cui se irrighi regolarmente un albero di arance lo preservi dalla morte, ecco, la mia irrigazione vitale è la memoria.”; ancora una volta dimostra, con le sue parole, di riuscire a conservare giovane la mente, continuando ad esercitare i suoi interessi nonostante le difficoltà dell’età.
Come al solito quando leggo o ascolto questo autore resto stupita dalla sua vasta cultura, che spazia dai classici al teatro agli autori contemporanea, alla storia, all’attualità; conoscenze che oggi è difficilissimo trovare anche e soprattutto in autori da milioni di copie.
Adoro questo scrittore, nonostante trovo difficile a volte comprendere il suo siciliano,soprattutto quello dei romanzi storici, che, come lui stesso ammette in questa intervista, ormai utilizza anche in Montalbano. Gli ultimi libri infatti sono permeati di un dialetto che non si incontrava più da tempo, soprattutto perchè una volta letti i primi romanzi, i termini utilizzati rimanevano sempre gli stessi ed erano ormai entrati a far parte anche del nostro vocabolario.
Consiglio a chiunque sia appassionato di Andrea Camilleri, o anche semplicemente interessato a lui, di leggere l’intervista che ha rilasciato su L’espresso