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Il Commissario Montalbano

Riccardino

Riccardino

Siamo arrivati, purtroppo, alla lettura del tanto atteso Riccardino di Andrea Camilleri. Dico purtroppo perché da anni era ormai noto che questo sarebbe stato il titolo dell'ultimo episodio dell'amato commissario Montalbano e che, probabilmente, sarebbe uscito postumo. L'autore ha redatto la prima stesura nel 2005, per poi apportare modifiche solo ed esclusivamente alla lingua, senza toccare la storia, nel 2016. Sellerio ha deciso di pubblicare il volume ad un anno esatto dalla morte di Camilleri e di uscire con due edizioni, quella del 2016 e quella comprensiva di entrambe le stesure. Ovviamente tanta era l'attesa, non solo per leggere nuovamente un'indagine con protagonista l'amato commissario Montalbano, ma anche per sapere come sarebbe finita la serie. Tante le voci su una sua uscita dalla scena, più o meno tragica, che in questi anni si sono diffuse tra i lettori. Personalmente ho trovato Riccardino eccezionale. Ho letto l'edizione speciale, quella comprensiva di entrambe le stesure e da non amante delle riletture, ho deciso di procedere alternando i capitoli tra le due versioni. Forse anche causa di questa modalità di lettura, o forse perché non sono una brava critica, con occhio attento allo stile, non ho notato evidenti cambiamenti nella lingua tra l'edizione del 2005 e quella del 2016. Quello che invece ho notato in modo preponderante è il ritorno dell'autore ad una storia "vecchi tempi". E' indubbio che negli ultimi anni pian piano le indagini del commissario sono diventate gradualmente meno avvincenti e contorte rispetto all'inizio. Era evidente la stanchezza dell'autore, che attraverso il personaggio faceva trapelare la sua perdita di entusiasmo, nonostante le letture risultassero sempre interessanti e mai noiose o troppo scontate. In quell'ultima parte mi hai costretto a interrompere il racconto con certi tuoi monologhi interiori che sapevi impossibili a essere sceneggiati. Si nota chiaramente che Riccardino sia stato scritto negli anni migliori dell'autore, è un giallo ben strutturato, portato avanti con maestria, contornato da personaggi caratteristici e non privo di momenti comici. Ho trovato inoltre originale e simpatica la trovata di far rapportare, in diversi modi, il commissario con il suo alter ego televisivo, oltre che con l'autore. Salvo, la faccenna sta completamente arriversa. Sono io che informo te, mentre tu ti ostini a credere che sei tu a informare me. Questa storia di Riccardino io la sto scrivendo mentre tu la stai vivendo, tutto qua. Insomma ho letto quest'ultima indagine con immenso piacere, arrivando con curiosità fino all'ultima pagina e scoprendo un finale personalmente del tutto inaspettato. Una frase... Interesse: parola che non dovrebbe mai pronunziarsi in una vera amicizia. Contenuti Extra Sul sito dedicato ad Andrea Camilleri e al suo amato commissario, tutte le notizie e la storia di questo ultimo episodio...
Il cuoco dell'Alcyon

Il cuoco dell’Alcyon

Il cuoco dell'Alcyon, la nuova indagine del Commissario Montalbano, che,dopo tanta attesa, non può non suscitare tanta curiosità. La pubblicità fatta a questo volume rievoca un Montalbano vecchio stile, quello dei primi episodi, ricco di coinvolgimento e colpi di scena. Effettivamente la storia nasce come sceneggiatura cinematografica, scritta da Camilleri qualche anno fa, ora ampliata e trasformata in un romanzo con protagonista Montalbano. Devo ammettere che leggendo si riscontra una penna più in linea con lo stile di qualche anno fa, ultimamente perso dall'autore. Nella prima parte ritroviamo, anche più che negli ultimi romanzi, situazioni surreali, in grado di strappare una risata ed incuriosire. Il contenuto però non resta esente da ciò per cui era nato, ovvero una "pellicola americana", come direbbe il caro Andrea Camilleri. Tanti colpi di scena ed avventure che poco hanno a che vedere con il calmo commissario ormai in là con gli anni. Siamo abituati a guizzanti colpi di genio, ad indagini contorte, risolvibili con ampi ragionamenti, in grado di spaziare dalla storia alla letteratura, alla cinematografia al teatro, per trovare indizi e spunti per individuare colpevole e movente. Qui invece c'è tanta azione, poco adatta al Commissario, che da tempo si lamenta di essere in là con gli anni e prossimo alla pensione. Infatti Salvatore Nigro nell'introduzione scrive: La tortuosità della narrazione è febbrile. Prende il lettore alla gola. Lo disorienta con le angolazioni laterali; e, soprattutto, con il tragicomico dei mascheramenti e degli equivoci tra furibondi mimi truccati da un mago della manipolazione facciale. Non mancano novità nel commissariato ed i fidati colleghi ed amici, che restano però ai margini di una vicenda che vede Montalbano lavorare quasi completamente solo. Il cuoco dell'Alcyon si legge e si apprezza, garanzia che non delude e non è per niente prevedibile o scontato, per quanto in qualche punto un po' fuori dal normale e lontano dalla realtà cui siamo abituati. Una frase... "Se c'è una grossa goletta battente bandiera boliviana, si chiama Alcyon..."
La rete di protezione

La rete di protezione

Nuova avventura del commissario Montalbano che stavolta si è fatta attendere parecchio. Attesa ben ripagata, come e più delle altre volte. Troviamo questa volta il nostro commissario alle prese con
L'altro capo del filo

L’altro capo del filo

Nuova avventura per l'amato commissario Montalbano, ultima creazione della serie di Camilleri. Un nuovo giallo che il nostro commissario saprà risolvere, come al solito, con brillante intuizione e che, almeno fino all'ultima parte, fa ritornare l'autore ai vecchi intrighi poco prevedibili dei primi tempi. Anche questa volta non siamo immuni dall'incontrare temi di attualità,l' autore ci mette dinanzi alla piaga terribile dell'immigrazione sulle nostre coste, della povera gente che sbarca con i suoi drammi e non manca di sferzare politica e persone che sembrano rimanere inermi ed indifferenti di fronte alla tragedia quotidiana di migliaia di persone. Il tema difficile e pesante non influenza però la narrazione, che come sempre ormai è una certezza. Prendono parte a questo capitolo, accanto alla formazione storica,  nuovi personaggi, che secondo le migliori tradizioni, sono presentati al lettore in modo eccelso, che li lascia immaginare come fossero conosciuti e fa sì che il lettore se ne affezioni già dopo poche pagine, così come avviene al protagonista che li incontra. Insomma Camilleri è un maestro, quando scrive di Montalbano è una garanzia e come sempre non tradisce le aspettative.
Morte in mare aperto

Morte in mare aperto

Eccoci di nuovo con il nostro amato commissario Montalbano. Stavolta il maestro Camilleri ci offre non un libro complesso, bensì un insieme di brevi episodi aventi per protagonista il giovane Montalbano. Non ho ancora letto "Il primo caso del commissario Montalbano", quindi non so fare un paragone con l'altro esempio di commissario alle prime armi; qui però di giovinezza troviamo ben poco. Manca il "pensiero" del commissario ormai in là con l'età, che si pone tanti dubbi e cerca di fuggire ai primi sintomi dell'invecchiamento, che a qualche lettore sono cari, ma a me personalmente hanno sempre un po' infastidito. Ritroviamo invece la scrittura dei primi romanzi, semplice, scorrevole, che non esce dalla narrazione principale, ma procede per arrivare al punto di chiusura senza divulgazioni. Incontriamo i personaggi di contorno che hanno sempre accompagnato il nostro protagonista, Fazio, Augello, Catarella, Livia, che l'autore non perde tempo a presentare, essendo ormai fin troppo noti e qualche personaggio minore ben caratterizzato come sempre, nonostante qui le storie siano tutte brevi. Non mancano i momenti di ilarità tipici nè le belle passeggiate paesaggistiche, le mangiate famose del commissario. Insomma non manca proprio nulla del Camilleri migliore, anzi viene concesso qualcosa in più al commissario che a volte si permette di sbagliare e lascia ad altri la corretta soluzione del caso. Insomma Camilleri non delude mai!