Patria

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Patria
Patria Book Cover Patria
Narratori della Fenice
Fernando Aramburu
Romanzo
Guanda
28 Agosto 2017
audible, ebook
640

Due famiglie legate a doppio filo, quelle di Joxian e del Txato, cresciuti entrambi nello stesso paesino alle porte di San Sebastián, vicini di casa, inseparabili nelle serate all’osteria e nelle domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Miren e Bittori, erano legate da una solida amicizia, così come i loro figli, compagni di giochi e di studi tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma poi un evento tragico ha scavato un cratere nelle loro vite, spezzate per sempre in un prima e un dopo: il Txato, con la sua impresa di trasporti, è stato preso di mira dall’ETA, e dopo una serie di messaggi intimidatori a cui ha testardamente rifiutato di piegarsi, è caduto vittima di un attentato... Bittori se n’è andata, non riuscendo più a vivere nel posto in cui le hanno ammazzato il marito, il posto in cui la sua presenza non è più gradita, perché le vittime danno fastidio. Anche a quelli che un tempo si proclamavano amici. Anche a quei vicini di casa che sono forse i genitori, il fratello, la sorella di un assassino. Passano gli anni, ma Bittori non rinuncia a pretendere la verità e a farsi chiedere perdono, a cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei, ma per tutte le persone coinvolte. Con la forza della letteratura, Fernando Aramburu ha saputo raccontare una comunità lacerata dal fanatismo, e allo stesso tempo scrivere una storia di gente comune, di affetti, di amicizie, di sentimenti feriti: un romanzo da accostare ai grandi modelli narrativi che hanno fatto dell’universo famiglia il fulcro morale, il centro vitale della loro trama.

Ho difficoltà a recensire Patria, perchè l’ho ascoltato prevalentemente come audiolibro e per di più in lingua originale. E’ quindi complicato perchè non sono riuscita a cogliere tutto della trama e della lingua e senza leggere non ho potuto soffermarmi sui vari passaggi.

Patria affronta un tema difficile da comprendere per una persona non spagnola e probabilmente per chiunque non venga dai Paesi Baschi: la lotta dell’ETA per l’autonomia e l’indipendenza, per la difesa dell’identità del popolo basco.

Ricordo quando sentivo parlare degli attentati di questo gruppo terroristico e non riuscivo a comprendere le cause per una lotta così dura e violenta.

L’autore permette di farlo, offrendo un racconto che mostra la storia del popolo basco durante il periodo di azione dell’ETA. Inizialmente forte, difesa da tutti, affascinante per i giovani, che porta a considerare nemici chi la disapprova o solo ne è indifferente.

Emblematica è la posizione della stessa Chiesa, con il prete che difende i apertamente i terroristi e si schiera contro le stesse vittime:

«Lo vedi? La stessa umiliazione che tu e la tua famiglia avete dovuto sopportare la soffrono ogni giorno migliaia di persone in Euskal Herria. E sono gli stessi che ci maltrattano a parlare poi di democrazia. La loro democrazia, la loro, quella che ci opprime come popolo. Perciò ti dico, con il cuore in mano, che la nostra lotta non soltanto è giusta. È necessaria, oggi più che mai. È indispensabile, visto che è difensiva e ha come obbiettivo la pace. Non hai sentito le parole del vescovo della nostra diocesi? Va’ a casa tranquilla, dunque. E se un giorno, nei prossimi mesi o quando sarà, incontrerai tuo figlio, digli da parte mia, da parte del parroco del suo paese, che ha la mia benedizione e che prego tanto per lui.»

Eppure pian piano tutti sono costretti ad ammettere quanto sia una lotta violenta, senza senso e che nessuno è più in grado di governare.

L’ETA deve agire senza fermarsi mai. Non ha altra scelta. È da tempo che è caduta nell’automatismo dell’attività cieca. Se non fa danni, non è, non esiste, non svolge nessuna funzione. Questo modo di funzionare mafioso è al di sopra della volontà dei suoi componenti. Nemmeno i suoi capi si possono sottrarre. Sì, va bene, prendono decisioni, ma è solo apparenza. Non possono comunque evitare di prenderle perché la macchina del terrore, una volta che ha preso velocità, non si può fermare. Capisci?

Tutto questo l’autore ce lo presenta attraverso la vita di due famiglie, quella di Miren e quella di Bitorri. Amiche già da prima del matrimonio, il loro legame continua anche da sposate, da madri e unendo anche i coniugi e i figli. La diferenza sociale dovuta ai diversi lavori dei loro mariti non ha effetto sulla loro amicizia, che crolla invece di fronte al terrorismo.

Bitorri assieme ai suoi due figli, diventa vittima e cerca di resistere prima, di reagire e sopravvivere poi.

Lasciavano passare i delitti dell’ETA senza commentarli, come se avessero stretto un accordo tacito di rimanere in silenzio.

Miren si ritrova il primogenito militante nell’ETA e lo difende, non da madre, ma da Basca fermamente convinta della battaglia che si combatte. Gli altri due figli e il marito sono più lontani ed indifferenti, ma inevitabilmente finiscono per essere condizionati dalle posizioni dei familiari.

Patria è lungo ben 640 pagine, difficili da leggere, ma per nulla noiose.

L’autore è bravissimo a non esprimere giudizi, a non far parteggiare per nessuna delle due parti, nonostante sembrerebbe scontato che ce ne fosse una buona e una cattiva.

Presenta i personaggi delle due famiglie poco alla volta e ne ripercorre la vita non seguendo un ordine cronologico, ma passando continuamente dal prima al dopo, dal presente al passato, più o meno recente.

Scopriamo così come ciascun genitore ha vissuto gli eventi, come ogni figlio abbia preso la propria strada, costretta ad una svolta improvvisa dagli eventi. Attraverso i ricordi scopriamo il legame che avevano tra di loro i protagonisti, come si è spezzato, come ciascuno ha vissuto le scelte proprie o dei propri familiari.

Giudicare il linguaggio è difficile, non essendo la mia lingua. Sicuramente è uno spagnolo difficile, ricco di termini in euskera, incomprensibili per me. Ed anche nella versione italiana è d’obbligo consultare il piccolo dizionario presente alla fine del romanzo.

Sicuramente però tale scelta è corretta ed inevitabile e permette di immedesimarsi ancora di più nel racconto.

Patria è a mio parere un bellissimo romanzo, scritto da un autore senz’altro da approfondire.

Una frase…

Constatò: chiedere perdono richiede più coraggio che sparare, che azionare una bomba.

Premi

  • 2016 – Premio de la Crítica
  • 2018 – Premio Strega Europeo
  • 2018 – Premio Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Contenuti extra

Su Il Libraio, un articolo sul romanzo e un’intervista all’autore

La serie tv

Nel 2017 è stata annunciata la produzione di una serie TV tratta dal romanzo. L’obiettivo è quello realizzato dal romanzo di mostrare le diverse visioni del conflitto basco.

Le prime puntate dovrebbero andare in onda nel 2020.

  • Trama
  • Personaggi
  • Ambientazione
  • Linguaggio
  • Copertina
  • Complesso
4

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