Il lato oscuro di Louisa May Alcott

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Louisa May Alcott

Autrice famosissima di Piccole Donne, tutti la immaginiamo come uno dei personaggi femminili di cui scrive, magari simile a quella Jo che sognava di diventare proprio la scrittrice.

Un’esperta alcottiana Harriet Reisen, invece, ci fa scoprire, in un articolo su Huffingtonpost, dettagli sulla sua vita e sulla sua personalità che la rendono un personaggio molto più complesse di quanto ci si possa aspettare.

La Alcott fu una fervente femminista e abolizionista, aveva gusti letterario molto lontani dalle brave fanciulle dei suoi scritti, leggeva autori come Edgar Allan Poe, Nathaniel Hawthorne e Johann Wolfgang Goethe, scrisse sotto lo pseudonimo di A.M.Barnard: tutte storie oscure con protagonisti persi nei vizi come droga, gioco d’azzardo, oscure passioni.

Soprattutto al consumo di oppiacei si prestò lei stessa a causa della pessima salute che la accompagnava. Da piccola si trasferì con la famiglia  in una comunità vegetariana, dove le norme rigide alimentari e di vita portarono in soli sei mesi ad un forte mal nutrimento e deperimento fisico.

Durante la Guerra Civile americana fece l’infermiera e contrasse la febbre tifoide dalla quale non si riprese mai davvero. Da allora, per contrastare gli effetti di un’intossicazione dovuta ai trattamenti usati all’epoca, iniziò a far uso di oppiacei e non smise mai davvero tanto che dichiarava:

“Il cielo benedica l’hashish, se i sogni finiscono così!

Sembra quindi che ad avvicinare la scrittrice ad un romanzo tranquillo con eroine di buona famiglia come Piccole Donne fu solo la promessa del compenso economico. Anzi, sembra che lei fosse riluttante e che a convincerla fu solo il padre, intellettuale che non raggiunse mai il successo e che vide nella possibilità di fortuna della propria figlia la propria realizzazione personale.

Il romanzo fu scritto il poco tempo,tanto da essere consegnato in anticipo rispetto a quanto pattuito con gli editori, diventando poi quel romanzo che ancor oggi segna generazioni di “piccole donne”.

L’articolo integrale sull‘huffingtonpost.

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